Canti della Resistenza

O ragazza dalle guance di pesca,
o ragazza dalle guance d’aurora,
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all’età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita,
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
tutto il bene avevamo nel cuore,
a vent’anni la vita è oltre il ponte,
oltre il fuoco comincia l’amore.

Silenziosi sugli aghi di pino,
su spinosi ricci di castagna,
una squadra nel buio mattino
discendeva l’oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
ad assaltar caposaldi nemici
conquistandoci l’armi in battaglia
scalzi e laceri eppur felici.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte…

Non è detto che fossimo santi,
l’eroismo, non è sovrumano,
corri, abbassati, dái, balza avanti,
ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
l’avvenire di un mondo più umano
e più giusto , più libero e lieto.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte…

Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
che non sanno la storia di ieri.
Io non son solo e passeggio tra i tigli
con te, cara, che allora non c’eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
quelle nostre speranze di allora,
rivivessero in quel che tu speri,
o ragazza color dell’aurora.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte…

Italo Calvino: in Canti della Resistenza italiana, Collana del Gallo grande 1960, Milano

La libertà è un diritto ma deve essere coltivata e mantenuta. Deve essere ben radicata nella nostra coscienza di cittadini e, se ci è stata regalata, dobbiamo trasmetterla a chi verrà dopo di noi. Per questo buon 25 Aprile.

Oggi è lunedì

“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”

Italo Calvino

P. S.  Da ricordare quando al semaforo vieni sollecitato a partire prima che scatti il verde. Sarebbe gentile poter offrire un caffè al/ alla occupante della sesta auto nella fila dietro a te per scoprire quale motivo muova la sua mano a suonare il clacson e conoscere l’impellente ansia di spingere te ad attraversare l’incrocio con il rosso.