Piccoli spazi

Guardo il mio minuscolo balcone e mentalmente faccio la conta dei davanzali delle  finestre. Quello che vedo è la mia cronica mancanza di spazio per poter sfogare la necessità di circondarmi di piante, ma i metri e a volte i centimetri sono quello che sono e devo rassegnarmi a non strafare. Se potessi il mio spazio verde sarebbe più simile ad un parco, diciamo un grande giardino, dove farei vivere le specie che amo di più, andrebbero bene anche le spontanee… insomma tutto pur di poter essere immersa nel verde.

Nonostante questa necessità sono però tendenzialmente un soggetto urbano e quindi cerco di mediare: abitare in città e circondarmi di piante in vaso. Oltre a sistemi tradizionali sono ricorsa a sotterfugi:  aumentare le dimensioni dei vasi in altezza, utilizzando delle orrende bordure per aiuole per aggiungere terra e usufruire di più capienza per piantare una Clematis Parisienne insieme ad un Solanum jasminoides.

Il risultato è stato soddisfacente perché le Campanule x Birch Hybrid  sono state bravissime a ricoprire il bordo della sopraelevazione. Siccome però il balcone non posso caricarlo troppo sfrutto le pareti, divisori e ringhiera agganciando vasi in cui le fragole e le plumbago convivono con le viole del pensiero.

So di non essere rigorosa negli abbinamenti botanici ma l’empirismo a volte aiuta.

In questi giorni ho deciso che devo assolutamente rinvasare il melograno e questo comporterà una serie di spostamenti di altre piante: il balcone diventerà come una specie di scacchiera dove, con il minor numero di mosse, dovrò fare “dama” e vincere un posto per ogni vaso. Questo gioco coinvolge anche i davanzali e alla fine sarò costretta a “mangiarmi” qualche pianta ma sicuramente riuscirò a trovare una soluzione…a costo di annettere il pianerottolo condominiale e a inserire altri vasi a parete.

P. S.   L’operazione “melograno” si è conclusa ma nel frattempo ho anche dato un po’ di spazio alla rosa Douceur Normande che, messa da parte in un vivaio perché sembrava avesse i giorni contati, da tre anni mi regala i suoi fiori.

Tutti i colori del blu

Nello spettro cromatico il colore blu intenso e profondo è il meno rappresentato nei fiori di primavera, infatti predominano i giallo, il bianco e il rosa. Sono perciò una piacevole eccezione i muscari, bulbose che regalano fioriture con un’ampia gamma di tonalità blu e azzurre.

Le piantine sono di piccole dimensioni con foglie  lunghe, sottili e le infiorescenze ( racemi) sono formate da numerosi fiorellini ovoidali o quasi sferici molto simili a piccoli boccioli la cui bocca sembra circondata da un delicato merletto. I muscari spiccano anche da lontano  sia che vengano coltivati in un prato sia sul terrazzo o balcone, quindi sono adatti  anche  ai piccoli spazi e formano belle macchie di colore  . Da alcuni anni li coltivo in vaso sui davanzali perchè mi piace il colore blu che verso sera assorbe fino all’ultimo barlume di luce e  per il viavai di insetti che attirano; infatti osservando il volteggiare delle api si scopre che  anche nel micromondo degli insetti si litiga per il fiore più bello che contiene miglior nettare.

Consigli per la coltivazione si possono trovare qui

e per saperne di più

www.bulbargence.com

CURIOSITA’

Il Muscari comosum chiamato volgarmente  lampascione o cipollaccio,  è diffuso allo stato selvatico un po’  in tutta Italia, soprattutto al Sud. Il bulbo è commestibile come una comune cipolla, ma prima di essere cucinato va privato delle foglie esterne e immerso in acqua fredda, in modo da diluire parzialmente i succhi, molto aromatici e saporiti. Dopo 2-3 ore i bulbi possono essere lessati in acqua, fritti in olio o stufati in aceto e vino bianco.