Come finisce la storia

Non tutti saranno soddisfatti della conclusione della storia. (…) A questo però c’è rimedio. Ogni lettore scontento del finale, può cambiarlo a suo piacere, aggiungendo al libro un capitolo o due. O anche tredici. Mai lasciarsi spaventare dalla parola fine.”

C’era due volte il barone Lamberto,  Gianni Rodari

La Storia, parafrasando una famosa trasmissione televisiva, siamo noi e le nostre scelte determinano una buona o cattiva conclusione di un momento storico. Non sempre e non per tutti il finale coincide con una storia a lieto fine, si potrebbe magari essere più lungimiranti e ricordare che alcuni eventi si ripetono, che la storia è un susseguirsi di fatti e che dovrebbe prevalere la tendenza a migliorare la condizione di ogni singolo individuo dando a tutti la possibilità di farlo. Sarebbe già un buon risultato. Speriamo.

By gregoryhogan

mezzogiorno del 27 gennaio

…La prima pattuglia russa giunse in vista del campo  verso mezzogiorno del 27 gennaio 1945… Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi , coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo… a noi parevano mirabilmente corporei e reali, sospesi ( la strada era più alta del campo ) sui loro enormi cavalli, fra il grigio della neve e il grigio del cielo, immobili sotto folate di vento umido e minaccioso….Quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo. Non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare ad un oltraggio:   …quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde  che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.

Da  “La treguadi Primo Levi

Cimitero a Dublino

I viaggi non sono tutti uguali non solo per la meta o il percorso ma anche perchè molte variabili li influenzano. Andare a Dublino è stato  un po’ cercare di realizzare un’impresa che aveva tutti i numeri per non riuscire. Saremmo dovuti partire già a fine aprile ma tutto è saltato per la nube di ceneri prodotte dal vulcano in Islanda. Il secondo tentativo é stata una sofferenza per riuscire ad incastrare gli impegni di tutti i componenti della famiglia e poi finalmente… Dublino. Nonostante il tempo di permanenza sia stato brevissimo e siccome nei nostri viaggi non mancano mai le visite ad un cimitero siamo riusciti anche a fare una visita anche al Huguenot Cemetery tra Merrion Square e Saint Stephen’s Green. E’ un minuscolo cimitero incastrato tra edifici che per le loro dimensioni lo fanno sembrare ancora più piccolo ma è un distillato di storia. La Storia è piena di uomini che devono scappare dai luoghi di nascita per la stupidità e il desiderio di potere di altri uomini. Ecco perchè, nel centro di Dublino, ci sono le tombe di uomini nati in Francia, costretti a fuggire per il loro credo religioso e, se si va ben a vedere neanche poi solo per quello. Gli Ugonotti in Irlanda hanno trovato rifugio, si sono integrati svolgendo le attività in cui erano bravi anche nella loro terra, hanno avuto figli e nipoti che man mano che passavano gli anni hanno avuto cognomi sempre meno francesi perchè pronunciati in un’altra lingua ma.. che importa se si può cercare di vivere serenamente l’unica vita che si ha. Noi, turisti italiani, scorrendo l’elenco di nomi: Arman, Barbat, Cayre, Martin, Soulier abbiamo ritrovato un pezzettino delle nostre vallate dove amici e vicini si chiamano ancora così e ci è sembrato che a ben vedere le distanze, nel mondo, sono davvero piccole.

P. S.     Ho cercato altre informazioni ma mi sembrano poco adeguate al luogo. Non è  visitabile  ma si può comunque vedere attraverso il cancello e la recinzione.  Se si passa quando le campanule sono in fiore è  gradevole e dà la sensazione di un giardino per riposare veramente in pace. Nel 1693 questa è stata designata come  “French Burial Ground”, terreno di sepoltura della piccola comunità di rifugiati Ugonotti ed è stato chiuso nel 1901. Sulla lapide sono incisi 238 nomi  e la tomba della famiglia Du Bedat si dice abbia ispirato la stesura dell’ Ulisse di James Joyce.

Per questo post ho riletto su Santa Wikipedia un concentrato di storia sull’origine  del protestantesimo, su Ugonotti e sul blog di suibnhe , raccontato brillantemente, c’è un aggancio ad un pezzo di quel periodo storico e non solo.