Quell’anno faceva tanto caldo che bisognava uscire ogni sera,
e a Ginia pareva di non avere mai capito prima che cosa fosse
l’estate, tanto era bello uscire ogni notte per passeggiare
sotto i viali. Qualche volta pensava che quell’estate non sarebbe
finita più, e insieme che bisognava far presto a godersela
perché, cambiando la stagione, qualcosa doveva succedere.
La bella estate, Cesare Pavese
Fare due passi sotto la “leja”,in piemontese viale alberato, era ed è una possibilità per catturare un alito di brezza e godere dell’ombra nelle assolate giornate estive. Ci sono viali di tigli che in primavera profumano così intensamente da farti venire il mal di testa; viali di platani che i piemontesi hanno cercato di esportare nel trasloco prima a Firenze e poi nella definitiva collocazione della capitale d’Italia a Roma, senza tener conto che questa essenza arborea avrebbe avuto un po’ di difficoltà ad ambientarsi in climi non padani.
I viali di ippocastani sono legati alla mia infanzia perchè li percorrevo per andare e tornare da scuola e in estate nelle sere più calde, mentre i nonni si godevano il fresco seduti su una panchina, io giocavo con altri bimbi e mi sentivo in proprio in vacanza.