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Forme maniacali
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Colazione per cinciallegre
Sono venute a trovarmi le cince. Speravo lo facessero.
Mi sono accorta che le cinciallegre sarebbero arrivate perchè, tra un frullare di codirossi e merli, ne ho intravista una che sbirciava verso il mio balcone.
All’inizio di novembre mi ero procurata una confezione di semi e palle di lardo da appendere in un luogo non raggiungibile da Vito, il gatto di famiglia. L’inverno cominciato in sordina è arrivato; dopo le nevicate la temperature è scesa e ho atteso che le cince alla ricerca di cibo, essendo troppo freddo per trovare insetti e ragni, scoprissero dove l’avevo sistemato.
Si annunciano cinguettando e, suppongo, scambiandosi informazioni, come quando noi troviamo un posto che ci piace per fermarci a pranzare e lo comunichiamo con soddisfazione ai nostri compagni di viaggio. Pare che l’indole delle cinciallegre sia aggressiva e rumorosa ma che nei nostri confronti dimostrino una certa tolleranza, dettata dalla necessità di utilizzare maggiori risorse alimentari. Detta in parole povere se c’è una mangiatoia artificiale fanno volentieri una visita e si abbuffano …
Solitamente arrivano a metà mattina: l’ora della pausa per il secondo caffè. Io con la mia tazzina dentro casa e loro con la colazione servita sul balcone. Una colazione lunga, intervallata da voletti e saltelli sulla ringhiera, rapidi ritorni, il tutto accompagnato da un ampio repertorio di vocalizzi.
Finisco il mio caffè, cerco di muovermi con movimenti lenti per non interromperle. Guardo fuori ma non ci sono più.
Colori dell’inverno
In questo periodo avrei molti , moltissimi , troppi spunti per scrivere quello che penso. Non voglio farlo. Né posso ignorare quello che capita nel mondo perchè ogni giorno c’è un motivo in più per pensare di vivere nello stato libero di Bananas, perciò non potendo fare a meno del mio blog e non volendo trascurarlo mi dedicherò ad argomenti più contemplativi. Ad esempio l’osservazione di quanti colori esistano in questa stagione invernale e di come, se pure in anni lontani ed in un ambiente molto diverso da quello in cui vivo, vengano descritti da Thoreau.
Inverno pittore
È straordinario pensare a quale varietà di colori
ben distinti possa offrirci l’inverno, e ciò usando
di tante poche tinte, se così vogliamo chiamarle.
La limpidezza e la purezza particolarissima dei
colori rappresentano probabilmente il fascino
maggiore di una passeggiata invernale.
C’è il rosso del cielo al tramonto, e della neve
di sera, e dei lembi di arcobaleno durante il
giorno, e delle nuvole basse.
C’è l’azzurro del cielo, e dei riflessi dell’acqua,
e del ghiaccio e delle ombre sulla neve.
C’è il giallo del sole e del cielo crepuscolare al
mattino e alla sera e del carice (o color paglierino
che, diviene brillante se, a sera, viene illuminato
sull’orlo del ghiaccio) e tutti e tre nei cristalli di brina.
E poi i colori secondari, ecco il porpora della neve,
in mucchi e sulle cime delle colline, sui monti,
delle nuvole serotine.
Il verde dei sempreverdi, del cielo e del ghiaccio
e delle acque quando scende la sera.
L’arancione del cielo di sera.
Il bianco della neve e delle nuvole e il nero delle
nuvole stesse, delle acque agitate, dell’acqua che
s’infiltra nel sottile strato di neve sul ghiaccio.
Il ruggine, il marrone e il grigio dei boschi di
alberi decidui.
Il bruno fulvo della terra nuda.
H. D. Thoreau
… E questo è il mio inverno a colori
Effetto neve
L’ atmosfera natalizia adesso è completa. La neve sta scendendo e, anche se non cade a larghe falde, sta comunque ricoprendo la città e dintorni. In questi momenti è bello essere, dietro ai vetri, al calduccio e godere lo spettacolo.