Papà

C’è una fotografia di papà che mi piace. Papà è in piedi ed io, di circa tre anni, sono in bilico sulla sommità di un dissuasore di pietra. Alle nostre spalle c’è una strada sterrata che solo crescendo ho riconosciuto come l’ingresso ad una vecchia casa sulla collina “per andare a San Maurizio”. Lui ha uno sguardo un po’ birbone come di chi finge di darmi una spinta ma in realtà mi tiene ben salda sul pietrone liscio e consumato.

Mi piace ricordarlo così mentre mi sta alle spalle e mi incoraggia a fare quello penso sia meglio per me, alleggerendo con una battuta o una strizzata d’occhio i momenti di tensione o di paura nell’affrontare le difficoltà. Mi piace ricordarlo mentre legge o mentre gironzola nel suo giardino, a godersi i fiori che lasciava sulla pianta perchè i fiori è un peccato tagliarli.

Oggi ho guardato la fotografia per non dimenticare come era papà quando ero piccola perchè mi manca.

Il più piccolo germoglio dimostra che non c’è morte in realtà;

E che se mai ci fosse porterebbe verso la vita, e non l’aspetta alla fine per fermarla

E che è cessata nell’attimo in cui la vita è apparsa…

Tutto progredisce e si espande, niente crolla,

E morire è diverso da quel che ciascuno abbia mai creduto, e più felice.

 

Walt Whitman                                                                                 Leaves of grass 

Ultimo giorno di ottobre

Quando ho scattato questa foto era agosto e  il 31 di ottobre sembrava lontanissimo. Ho anche pensato che rivedendola mi sarei ricordata di una bella giornata trascorsa in Valle d’Aosta. Vorrei condividere un momento felice con chi passerà di qui così come io passando in quella strada di Seran ho goduto della colorata vista di due umilissime zucche.

 

Bruscolo o tignola?

Perchè mammatignola come nickname? Forse perchè cercavo un soprannome che dicesse qualche cosa di me senza, nello stesso tempo, rivelare troppo. Quando ho dovuto sceglierlo mi è capitato tra le mani un libro della Figlia Due, una versione  ridotta della commedia Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Tra i numerosi personaggi di quest’opera c’è una fata,  Fairy Moth, che insieme ad altre fa parte del seguito della regina Titania. Il nome tradotto dall’inglese all’italiano assume il significato di Fata Tignola, se si traduce secondo la grafia originale, oppure  Fata Bruscolo, se si adotta un’interpretazione alternativa. A me piace di più la prima traduzione perchè tignola è una farfallina vorace che rosicchia scavando  ed  il nome ha un’assonanza con ” tignosa” sostantivo figurato, nel mio caso al femminile, usato per indicare in alcune regioni persona caparbia, testarda, un po’ fastidiosa.Insomma anche un po’ tanto rompiscatole. Praticamente la mia descrizione quando decido che quella cosa va fatta, in quel modo e in quel momento. Così ho deciso che il soprannome in rete sarebbe stato mammatignola, non fata perchè i problemi non sono ancora capace di risolverli agitando la bacchetta  o spargendo polverine magiche per trasformare i re in rospi.

P.S. Spero di aver soddisfatto la simpatica curiosità di quarchedundepegi, il cui blog aggiungo tra quelli che seguo e consiglio di seguire

Colori

 

La conoscenza dei colori è iniziata nella cucina della vecchia casa dove sono nata: un azzurro pallido nella parte inferiore del muro e un giallino tenue nella parte sovrastante, il cuscino a fondo bianco con  fiorellini rosa e rossi del mio seggiolone, le tendine scozzesi con colori che di sicuro non conoscevo per nome.  E il gioco  consisteva nel vederli diversi con la diversa luce del giorno. Amare i colori e catturarli nei miei pasticci cromatici è un modo per sfogare la neccessità di fare quello che mi passa per la testa, senza farmi troppi problemi. Ho deciso di cominciare a sistemarli da qualche parte, così… tanto per ricordo.

Clic

 



di  Kathrin Jebsen- Marwedel


Interruzione

Per qualche giorno sono obbligata a  non usare il computer, macchina fotografica e leggere. Perchè io abbia deciso di truccarmi francamente non lo so. Quello che so è che il mascara usato (l’ho scoperto dopo) aveva una data di scadenza ampiamente passata e che prima di farne uso e sfregarmi gli occhi, dimenticandomi di averlo distribuito in maniera artistica sulle mie ciglia, mi sta procurando una forte irritazione. Sospendo quindi  l’uso di questo blog per dedicarmi a lavori che faranno felici gli altri componenti della famiglia: passare e buttare via carabattole varie dagli armadi di casa.

Ciao a tutti…

Libri all’ennesima potenza

I libri non si gettano. Mai. Anche  se sono già in doppia fila sugli scaffali e non sempre ti ricordi i titoli di quelli che possiedi perchè è passato tempo da quando li hai letti. Ci sono dei momenti in cui in libreria  o sulle bancarelle vedo un libro con un titolo che mi colpisce . Hmm, chissà com’è.  Lo sfoglio e leggo sull’aletta un assaggio di quello che troverò all’interno e … mi sembra di averlo già visto in casa ma non ancora letto. Infatti scopro che qualcun’altro ci ha pensato a trovarlo interessante e  ad importarlo per iniziare uno scambio di letture tra di noi. Gli interessi si sovrappongono e si intrecciano in maniera un po’ caotica e a volte succede che il libro che hai iniziato lo sta leggendo qualcun’ altro ma, se da parte mia la lettura procede a singhiozzo, gli altri componenti di questo “club dei lettori” a conduzione famigliare sono piuttosto rapidi. Questa avidità di leggere è descritta benissimo, e come poteva essere diversamente, da Francesco Petrarca

“Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede anche coi libri come con le altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a una maggiore avidità a possederne. Anzi coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l’oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura e le altre cose del genere, recano con sè un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante.”

Andar per vivai

Mi sveglio una mattina e improvvisamente sono presa da voglia di fiori. Le attività quotidiane vengono svolte il più rapidamente possibile in modo che prima finisco e prima riesco a dirigermi verso il luogo che soddisferà il mio desiderio.La mia meta è il vivaio di fiori o per meglio dire alcuni vivai, dipende. Ogni anno la scelta è dettata dalla necessità del momento. Quest’ anno morendo per il gelo tutti i ciclamini devo rinnovare le loro piante, mancherà la loro fioritura primaverile  e sarò “costretta” a trovarene di  nuove , le hoste sono ancora quiescenti e spero in bene. Le piante di rose se la sono cavata alla grande e la ginestra ha tenuto al calduccio il glicine più vecchio, in ogni caso devo riempire dei vuoti e la primavera arriva a lunghi passi. Ogni anno succede e anche se non ho piante da sostituire sono preda del desiderio di sperimentare. Succederà, oh se succederà…

Cento più quattro

Ci sono delle persone che ispirano simpatia, che capisci che sono persone buone perchè ti guardano negli occhi quando ti parlano, che sono semplici perchè ti raccontano le loro esperienze senza mai assumere l’atteggiamento del protagonista. Una di queste persone la conosco e ne parlo per un’0ccasione speciale.

Quando ho conosciuto Alfonsina, nel senso che abbiamo cominciato a chiacchierare, avevamo tutte e due circa 20 anni di meno. Mi ha raccontato della sua vita, del suo amore per i gatti, di come avesse conosciuto mio papà ragazzino e di come avesse visto crescere me, di aver gioito alla vista del fiocco rosa per BB e qualche tempo dopo, passando davanti a casa nostra, di aver letto l’annuncio della morte di  papà.  E’ stato un incontro casuale, di quelli che non ti cambiano la vita ma che la rendono accettabile proprio perchè esistono persone come Alfonsina.

Le scelte ti fanno allontanare e ci siamo perse di vista, siamo diventate un po’ più vecchie, ci sono stati anni più belli e meno belli.  Alla fine dell’anno 2009, tornando a Pinerolo, ho rivisto Alfonsina: è ospite di una casa di riposo ed essendo una tenera donnina con un cuore grande e forte  è arrivata zitta zitta, piano piano a festeggiare 104 anni di vita.

Carissima signora Vola …un grosso bacione.