Piccoli spazi

Guardo il mio minuscolo balcone e mentalmente faccio la conta dei davanzali delle  finestre. Quello che vedo è la mia cronica mancanza di spazio per poter sfogare la necessità di circondarmi di piante, ma i metri e a volte i centimetri sono quello che sono e devo rassegnarmi a non strafare. Se potessi il mio spazio verde sarebbe più simile ad un parco, diciamo un grande giardino, dove farei vivere le specie che amo di più, andrebbero bene anche le spontanee… insomma tutto pur di poter essere immersa nel verde.

Nonostante questa necessità sono però tendenzialmente un soggetto urbano e quindi cerco di mediare: abitare in città e circondarmi di piante in vaso. Oltre a sistemi tradizionali sono ricorsa a sotterfugi:  aumentare le dimensioni dei vasi in altezza, utilizzando delle orrende bordure per aiuole per aggiungere terra e usufruire di più capienza per piantare una Clematis Parisienne insieme ad un Solanum jasminoides.

Il risultato è stato soddisfacente perché le Campanule x Birch Hybrid  sono state bravissime a ricoprire il bordo della sopraelevazione. Siccome però il balcone non posso caricarlo troppo sfrutto le pareti, divisori e ringhiera agganciando vasi in cui le fragole e le plumbago convivono con le viole del pensiero.

So di non essere rigorosa negli abbinamenti botanici ma l’empirismo a volte aiuta.

In questi giorni ho deciso che devo assolutamente rinvasare il melograno e questo comporterà una serie di spostamenti di altre piante: il balcone diventerà come una specie di scacchiera dove, con il minor numero di mosse, dovrò fare “dama” e vincere un posto per ogni vaso. Questo gioco coinvolge anche i davanzali e alla fine sarò costretta a “mangiarmi” qualche pianta ma sicuramente riuscirò a trovare una soluzione…a costo di annettere il pianerottolo condominiale e a inserire altri vasi a parete.

P. S.   L’operazione “melograno” si è conclusa ma nel frattempo ho anche dato un po’ di spazio alla rosa Douceur Normande che, messa da parte in un vivaio perché sembrava avesse i giorni contati, da tre anni mi regala i suoi fiori.

Clematidi sotto la pioggia

Gli umili fiori di campo appassiscono, ma tornano poi a fiorire; il prossimo giugno l’avorno sarà dorato come adesso; tra un mese questa clematide sarà coperta di stelle purpuree e di anno in anno la verde notte delle sue foglie racchiuderà quelle stelle di porpora. Ma la nostra gioventù non torna mai indietro, il palpito di gioia che batte in noi a vent’anni si fa torbido, si indeboliscono le nostre membra, i sensi si corrompono. E noi degeneriamo in ripugnanti fantocci ossessionati dal ricordo di passioni di cui avemmo troppa paura e di tentazioni squisite a cui non osammo abbandonarci. Gioventù! Gioventù! Nulla vi è al mondo che valga la gioventù.

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

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In terrazza le mie clematidi  si sono ricoperte di fiori e  alcune addirittura  sono fiorite in anticipo non rispettando i tempi a cui mi avevano abituata. Di solito prima iniziava la clematide  montana e poi tutte le altre, quest’ anno invece è già  fiorita anche  l ‘estiva rosso porpora. Mah, forse stanno facendo una specie di gara. Peccato che l’acqua che scende quotidianamente da un po’ di giorni rovini inesorabilmente i fiori; mi auguro che non si marciscano anche le radici.

P.S Cercando dei siti sulle clematidi e aprendo sempre più link ho trovato cose interessanti tipo questa o questa e ancora … e si aprirà un mondo.