Giallo soffione

Dà ad una persona una sorpresa improvvisa, l’andare giù da una strada arida  e acciottolata e vedere in una piccola striscia di erba, vicino al cancello di ferro il raggiante tarassaco, splendente come una goccia fatta cadere dal sole.

Henry Ward Beecher

Se un giardiniere avesse deciso di creare una bordura di fiori non avrebbe certamente pensato al dente di leone o tarassaco ma non sempre riusciamo a eguagliare la natura.

Questa piantina, molto comune  e considerata infestante, ben ancorata al terreno con una radice fusiforme è capace di crescere ovunque ci sia un centimetro di terra e  si può trovare perfino nelle fessure dell’asfalto cittadino. Le foglie disposte a rosetta sono lunghe, dentate e somigliano ai denti del leone; sono commestibili, all’inzio della primavera quando sono più tenere vengono raccolte e consumate in insalata.

I fiorellini giallo intenso sono riuniti in capolini che una volta sfioriti si trasformano in piumose sfere bianche e su cui, almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha soffiato spargendo eterei ombrellini che, volteggiando nell’aria, trasportano minuscoli semini.

Questa comunissima pianta si fregia di svariati nomi: quello ufficiale e botanico è Taraxacum officinalis, viene chiamato dente di leone oppure in alcune zone insalata matta o cicoria matta. Ricordo che mia nonna lo chiamava girasul omettendo la precisazione dij pra cioè girasole dei prati; ho scoperto solo molto tempo dopo che la scritta sulle latte di olio di semi di girasole identificava “altri girasoli” e fiori ben diversi da quelli che vedevo nella campagna piemontese…

E’ conosciuto anche con il nome di soffione e personalmente è quello che preferisco perchè quando soffio sui piumini e cominciano a volare mi sento piccola e grande nello stesso tempo. La natura mi sta dando qualche possibilità.